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Contro festival dell’economia Trento 2016

09
giu 2016

Contro festival dell’economia Trento 2016

Economia vera in un mondo a colori

Un pensiero diverso da chi osanna il festival dell’economia di Trento dove i media locali hanno fatto apparire tutto bello senza nessuna contestazione, ma dove si è capito che la linea degli interlocutori era monocolore. La provincia autonoma di Trento ha sponsorizzato il tutto con 570.000 euro ufficiali dei quali 288.000 per pagare i personaggi intervenuti con le loro spese di vitto e alloggio, più ci sono gli sponsor di aziende che figurano sicuramente private ma che di fatto sono partecipate dall’ente pubblico, Gruppo Dolomiti Energia, A22 Autostrada del Brennero ed altre più Università e Comune di Trento.

Poco o nulla si è parlato del disastro economico attuale del Trentino in cui sono sparite tutte le grandi imprese edili ed industrie provocando, di conseguenza, la moria dell’indotto sostenuto dalle imprese artigiane e commercianti che sono, di fatto, la vera linfa del bilancio provinciale. Le oltre 13000 aziende artigiane con 30000 addetti sono alla frutta oppresse da un sistema fiscale nazionale e da tutte le normative europee che ne opprimono la crescita. In Trentino come in Italia la crisi delle partite Iva è causata da una troppo  elevata pressione fiscale, dalla esagerata burocrazia raddoppiata dalle nuove normative europee, dal costo del lavoro troppo elevato e stessa cosa vale per il commercio. La crisi della micro impresa, commercio artigianato, è causata principalmente da una politica senza scrupoli che si è venduta ai poteri forti eseguendone gli ordini alla lettera fregando le popolazioni, ma esclusivamente per un arricchimento strettamente personale. La politica con questo gioco ha consegnato il poter del mondo a pochi potenti giocandosi il futuro della gente predicando la centralizzazione economica europea. Tutti si sono dimenticati che ai tempi dell’entrata nell’euro la politica e gli economisti a loro affiliati dicevano:

“chi resta fuori dall’euro fallisce” ! Mi risulta stia succedendo il contrario.

E’ sicuramente meglio combattere per un mondo diverso fatto di tanti colori e per farlo si devono mantenere le diversità puntando, in una terra come la nostra, sulle specificità e sulle esclusive di qualità che una regione come la nostra può offrire al mondo. La qualità del mondo globale sta contribuendo enormemente all’impoverimento di popolazioni che fino a poco tempo fa stavano meglio e viceversa stanno arricchendo pochi dominatori dell’economia mondiale.

Siamo ancora in tempo ad invertire la rotta ?

 

Schütze Paolo Primon

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